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La diaspora tra Sicilia e Svizzera

Domenico Maria Ardizzone

L'inchiesta sul misterioso incendio che nell’estate del 1931 distrusse il Glaspalast di Monaco e migliaia di opere, non tardò a stabilire che le fiamme erano state appiccate da criminali. Anche se non si riuscì a individuare i colpevoli, fu facile intuire che gente fosse, dato che in quegli anni la pratica dell’incendio divenne il tipico metodo di intimidazione nazista. La distruzione del Glaspalast era quindi da considerare un preciso avvertimento lanciato da zelanti agitatori delle SA contro quel nucleo di pittori “senza giuria” in cerca di libertà d’espressione. Infatti non passò molto tempo e il regime nazista tacciò di bolscevismo il Movimento Juryfreie, annunciò il suo scioglimento e la messa al bando dei suoi membri. Christian Hess - animatore del Gruppo - non poteva fare altro che allontanarsi dalla sua amata città. Lasciò a malincuore Monaco di Baviera e non ebbe dubbi dove dirigersi per il suo esilio volontario: la Sicilia.

Allegoria mezzagosto messinese (1933)
Anno dell'inaugurazione
del campanile storico-astronomico

Era andato tante volte a trovare la famiglia della sorella Emma e conosceva il genuino spirito di accoglienza della gente isolana, di quella terra che poi lo avrebbe adottato durante il suo esilio volontario. Certo per Hess non sarebbero più stati tempi di vacanza, ma di lontananza dalla sua Baviera, dalle radici artistiche, dagli amici. Accompagnato dal ricordo nostalgico dei successi espositivi, ma anche dal nauseabondo odore dei suoi quadri bruciati, Hess si auto-esilia a Messina, a casa del cognato Guglielmo Starrentino, marito di Emma, prima in contrada Principe, sulla riva dello Stretto, poi a Mili Marina, infine a “Casa Preggi” in una villetta di Tremestieri, sulla riviera jonica, l'appartamento è a due piani, scelto tutto per sé, accanto alla nuova abitazione della sorella.
E’ il 1933, lo stesso anno in cui Albert Einstein lascia la Germania emigrando negli Stati Uniti per sottrarsi alle persecuzioni antisemite.

La casa dell’esilio
nei dipinti di Hess


La casa che ospitò Hess negli Anni Trenta

Nel periodo del suo esilio a Tremestieri, sulla riviera jonica di Messina, Hess ha raffigurato in svariati  suoi acquerelli alcuni scorci della villetta di Casa Preggi dove ha abitato e le vedute circostanti con la rotonda sul mare e lo scenario dello Stretto con i monti della Calabria

Lasciato dalla moglie

La targa che indicava la casa di Hess a Tremestieri di Messina, nelle vicinanze dell’abitazione di Emma, sorella del pittore. Dei due nomi sulla porta, il secondo era quello della moglie di Hess. Cecile aveva scelto di seguire l’artista nell’esilio isolano, tuttavia non riuscì ad adattarsi a vivere in Sicilia e dopo alcuni mesi preferì tornarsene in Svizzera. Gli chiese poi il divorzio per riavere la cittadinanza elvetica.

Se fosse rimasto a Monaco, Hess avrebbe potuto dipingere solo di nascosto, in Sicilia  recupera la libertà d’espressione con un fecondo periodo di opere ispirate ai paesaggi e all’umanità dell’isola. E partecipa con la sua splendida tavolozza alla rinascita della città dello Stretto che in quell’anno inaugurava il campanile storico-astronomico del Duomo e la statua della Madonnina del porto, illuminata con comando a distanza da Guglielmo Marconi.
All’animata e calda atmosfera isolana sembra aggiungersi per Hess una seducente prospettiva: dalla Svizzera gli scrive lettere piene di entusiasmo Cecile Faesy, una insegnate di teologia, di formazione luterana, devota praticante, intenditrice di Bibbia ma anche d’arte. E’ piena di ammirazione per i quadri di Hess, al punto che da qualche tempo ne promuove la vendita a Lucerna e Zurigo. Hess è lusingato, ma ricorda che a presentargliela è stata la sua amica del cuore, Marya Neitzel, la cantante di Radio Monaco, quella volta che l’accompagnò in Svizzera per uno dei suoi concerti. Ormai i rapporti con Marya si sono raffreddati, Cecile lo sa e nei suoi scritti fa vibrare tutte le corde per consolare l’esilio isolano del pittore.

Un matrimonio presto naufragato

Così nel 1934 - su invito di Hess - Cecile raggiunge Messina e sboccia l'amore che viene suggellato dal matrimonio religioso. Poi Cecile convince Hess a partire con lei.
Del resto - lo rassicura - invece che in Sicilia vicino alla famiglia della sorella, il suo esilio volontario può anche farlo in una Svizzera neutrale, accanto alla donna della sua vita, lei, appunto. Però una volta a Lucerna il pittore può svolgere un’attività limitata.
Tramite amici riesce a vendere qualche quadro non firmato, incide teste di marionette e si occupa di regia teatrale e scenografia, ma con scarsi profitti. Fatto sta che in Svizzera i tedeschi sono visti con ostilità e sospetto dopo che Hermann Göring accusa la Confederazione di essere “venduta” o “ebrea” e mette al bando nel territorio del Terzo Reich i giornali elvetici. Di conseguenza la Svizzera non dà più accesso ai giornali della Germania e chiude le trasmissioni radio in lingua tedesca.

 

Hess con la moglie Cecile

 Una mattina Hess e Cecile scoprono una croce uncinata disegnata sotto la finestra di casa. Pensano ad un minaccioso avvertimento: tutti e due sono di cittadinanza tedesca (Cecile per effetto del matrimonio). Decidono di ritornare in Sicilia portando con loro mobili e quadri. Per il pittore fuggiasco, Messina rappresenta dunque l’approdo in un rifugio pacifico, lontano dalle burrasche politiche, un luogo dove lavorare liberamente, immerso nella natura, fra le gente semplice e cordiale, nella splendida luce mediterranea. Ma un brusco risveglio frantuma l’incanto. Dopo alcuni mesi, infatti, Cecile dà segni d’insofferenza, non sa adattarsi all’eremo fiorito, passeggia nervosa in giardino leggendo le “Confessioni di Sant’Agostino”, mentre in cucina il riso sul fornello si carbonizza. Non riesce ad assuefarsi alla quotidianità, alle consuetudini isolane, quel genere di vita è più forte di lei, vuole andare via, l'esperienza coniugale è negativa. Quando Cecile riparte per la Svizzera, Hess cade in depressione perché vede crollare improvvisamente il sogno tanto accarezzato. Purtroppo l’esodo volontario in Sicilia  viene infranto anche dai venti di guerra che spirano già in Italia. Studia nuove tecniche, ma non riesce a produrre con il consueto ritmo.

Puntasecca  dedicata alla moglie

Tra la produzione grafica
di Hess, di rilievo questa puntasecca eseguita a Lucerna nel 1935 dedicata alla moglie Cecile Faesy. Devota luterana, la Bibbia tra le mani, il pittore la ritrae attorniata da sue opere, tra cui la scultura
di un Cristo in legno.
Sull’unico esemplare stampato (cm. 36 x 27)
Hess annota: N. 1 Lastra distrutta.

   

Una profonda crisi spirituale lo porta sull’orlo del suicidio, ma è confortato dalla sorella Emma e trova il coraggio di ripartire. La diaspora per Hess continua in Svizzera dove ritorna nel 1938 trovando ospitalità a Liestal, presso l’amico Jurg Spiller.
Sbarca il lunario dando lezioni di pittura clandestinamente.
Chiede il permesso di soggiorno, ma le autorità elvetiche glielo negano, riparte allora per la Germania dove, però, la vita artistica e culturale è sotto il pieno controllo del regime.
Ormai non può più contare sullo scudo protettivo dell’esilio, né in Sicilia, né in Svizzera. Lo aspettano gli anni più duri, le peregrinazioni tra la Baviera e il Tirolo, gli stenti e le privazioni, le degenze nei sanatori, l’aggravarsi della tubercolosi per esser finito in mezzo alle macerie durante un attacco aereo su Innsbruck. La sua vita si spegne il 26 novembre del 1944, nell’ospedale di Schwaz. Avrebbe compiuto 49 anni un mese dopo.