Svelature

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Le “svelature” di tre dipinti di Hess

(d.m.a.) - Gli studi sul pensiero e l’opera di Christian Hess sviluppati a partire dal 2008 da giovani ricercatori - al di fuori della cerchia accademica - hanno portato ad alcune sorprendenti scoperte, ossia alla “svelatura” dei valori concettuali di tre dipinti (“L’Indovino”, “Suggestione” e “Testa e mano”) che la critica ufficiale non era ancora riuscita a decifrare. Le ultime percezioni  sono frutto di accurati studi che hanno tenuto conto di diversi fattori, senza escludere le influenze esterne, i momenti storici e spirituali vissuti dall’artista e ciò che ha inteso trasmettere con queste sue tre determinate opere. Le nuove interpretazioni dimostrano che l’interesse a conoscere la vicenda umana e artistica di Christian Hess è abbastanza vivo e che continua a propagarsi ovunque attraverso il sito dell’Associazione confermando sempre più l’attualità della sua opera.
 

L’Indovino” autoritratto biografico    


La rivelazione più importante è, senza dubbio, quella fatta nel marzo 2009 dalla ricercatrice e saggista salentina Cristina Martinelli che dopo aver seguito la mostra al Museo civico di Bolzano, ha voluto approfondire i suoi studi nel sito dell’Associazione culturale Christian Hess. Tra la documentazione d’archivio ha rintracciato alcuni riscontri puntuali che l’hanno indotta a individuare nel quadro “L’Indovino” (del 1933) un “autoritratto biografico” di Hess. Infatti in quest’opera il personaggio centrale, molto somigliante al pittore, volge le spalle al mare ed esprime tutta la malinconia del suo esilio in Sicilia, resa lieve dall’abbraccio della gente semplice del luogo che lo attornia, mentre nelle vesti del “veggente”, manifesta il bisogno di interrogarsi sul suo futuro. Altro particolare emblematico è che l' "Indovino" indossa la maglietta bianca a strisce rosse degli artisti Juryfreie per significare anche l’isolamento dei membri del gruppo messi al bando dal regime nazista, dopo il rogo delle loro opere nell’incendio del Glaspalast di Monaco. 
 

Messina estate 1933 – Nella casa della sorella Emma, trasformata in atelier, Christian Hess ha appena finito di dipingere “L’Indovino” e posa accanto al quadro, ancora sul cavalletto, indossando la maglietta Juryfreie e la coppola siciliana, come il personaggio centrale della sua tela. Gli è accanto la nipotina Luisa di quattro anni. A sinistra si scorge la figura "sfocata" di Emma che agita un sonaglino per trastullare la figlioletta Antonia che tiene sul grembo.
 

Monaco di Baviera 1929 – Artisti del Movimento Juryfreie (“Senza giuria”) indossano la tipica maglietta a strisce ad una festa di carnevale. Christian Hess, penultimo a destra, viene colto dall’obbiettivo mentre sta sorseggiando la birra dalla bottiglia. Due anni dopo i pittori della “Juryfreie” sono sotto il controllo dalle Camice brune, i loro quadri vengono distrutti dal misterioso incendio del Glaspalast e il gruppo sciolto dal regime con la messa al bando dei suoi componenti.

Il saggio di Cristina Martinelli
 

“L’Anti-volto” ritratto dell’anima

 
Non meno importante la “svelatura” dell’inquietante quadro di Hess “Testa e mano” del 1932. E’ proprio di quell’anno una lettera  del pittore che da Monaco scrive alla sorella a Messina: “Le previsioni per il futuro non sono più rosee, né politicamente, né economicamente ". Il quadro è stato  analizzato a fondo dal giovane cultore di teologia Michele Steinfl, autore di un saggio intitolato “L’anti-volto”. Lo studioso considera questo quadro un “ritratto dell’anima” attraverso il quale il pittore tedesco racconta, a chi desidera interrogarlo, i suoi turbamenti interiori nei mesi precedenti il suo esilio volontario in Sicilia. “L’anti-volto - dice Michele Steinfl - è immerso nell’oscurità perché socraticamente parlando “non sa”… “non conosce sé stesso”, e biblicamente parlando non riconosce questo “sé stesso” che si porta dentro nel proprio cuore come il luogo di residenza e di dimora del Creato”.
 
Il saggio di Michele Steinfl
 

“Suggestione” e “Nascita di Venere”


Di particolare interesse è anche un’altra “svelatura” dovuta alla percezione della dottoressa Cristiana Vignatelli-Bruni che nel giugno del 2008 si è laureata all’Università "La Sapienza" di Roma con una tesi su Christian Hess. La giovane ricercatrice,
che fornisce una nuova e brillante lettura dell’opera di Hess, ha scoperto che il nudo denominato “Suggestione” (del 1934) è una rivisitazione che il pittore tedesco fa della "Nascita di Venere" (1863) di Alexandre Cabanel.  “Hess - nota la studiosa - estrapola la donna dal contesto originario, inserendola in uno sfondo tutt'altro che naturalistico, rovesciando, in questo modo, il significato che il dipinto del francese aveva assunto. Se la Venere di Cabanel rappresenta il risultato tecnico e formale più “pulito” che l' arte ufficiale ed accademica approva nel 1863, la Suggestione invece si staglia su uno sfondo che sconfina nell'astratto. Si tratta di una rivisitazione “avanguardistica” a distanza di quasi settant'anni dall'originale classico e accademico.
 

 
La tesi di laurea di Cristiana Vignatelli - Bruni  (pag. 76)