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Monografia 1970

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La Mèta

Hess-Guttuso

La raccolta della documentazione

(dma) - Attraversata da due guerre e dall’ostracismo nazista, la vicenda umana e artistica di Louis Christian Hess descrive una parabola perfetta per un film. E’ adolescente quando la tisi distrugge la sua famiglia: dei 6 componenti, nel giro di un decennio, il mal sottile risparmia solo lui e la sorella Emma. Dopo una breve dispensa dal servizio militare, nel 1916 è richiamato alle armi e destinato ai riflettori, diviene così ignaro bersaglio luminoso, gli tocca l’inferno della Somme e per sua fortuna la scampa.

Christian Hess – “Angeli sulla trincea”
Acquaforte eseguita sul campo come
cartolina natalizia per i soldati.
(Fronte francese - Champagne - 1917)

Ripudia la guerra tanto da disegnare  angeli in trincea sulle cartoline per i commilitoni che lo chiamano Christl per la sua aria spaesata di povero Cristo e lui ne fa il suo nome d’arte. Dismessa l'uniforme, compie i suoi studi all’Akademie der Bildenden Künste di Monaco, non tarda a distinguersi tra gli artisti del suo tempo, le riviste d’arte gli riservano la copertina, ma la sua libertà d’espressione è soffocata dal regime.

L’opera di Hess “Am Wasser” sulla copertina della rivista “Jugend”
(Monaco di Baviera - giugno 1931)

Nel 1931 il misterioso incendio del Glaspalast riduce in cenere tutti i quadri in mostra, poi la dissoluzione del Movimento  Juryfreie di cui è animatore e
la messa al bando dei suoi componenti. Seguono l’esilio a Messina, poi la disillusione matrimoniale, i tentativi di suicidio,
la vana ricerca di un rifugio in Svizzera, di amici che non ci sono più, l’avventuroso ritorno in Baviera dove viene scoperto dalla Gestapo, e le privazioni e gli stenti che lo portano nei sanatori. Scene incalzanti che culminano nell’attacco aereo su Innsbruck che lo ferisce e gli spezza la vita. Manca però il vero finale che avverrà 30 anni dopo, quando il protagonista risorge in Sicilia attraverso i suoi dipinti messi in salvo dai bombardamenti da una donna coraggiosa, la sorella Emma, che li custodisce affinchè  se ne possa compiere la Riscoperta. Certo avrei potuto pubblicare la storia in esclusiva, ma senza quel finale a che cosa sarebbe servito uno scoop giornalistico di effimera durata? Per far rivivere l’Arte di Hess ci voleva ben altro, bisognava documentare le traversie politiche che avevano segnato la sua purtroppo breve esistenza,  catalogare la produzione nota, quella di cui esistevano le foto (ma dispersa) e fare i restauri per il logorio patito dalle tele nei vari spostamenti durante la guerra.

Il numero di agosto del 1924 della rivista
“Der Cicerone” (Archivio Christian Hess)

Dunque l’avvio della Riscoperta comportava la preventiva raccolta di una probante documentazione, ricca di immagini da far vedere a quanti avrebbero potuto appoggiare l’iniziativa. Ma in che forma mostrarla? Sarebbe stato logico passare il materiale in tipografia e stampare un catalogo, ma non c’erano i soldi. Pensai allora di comporre per Hess una monografia manufatta con lo stesso sistema sperimentato per gli album di documentazione.
Ne parlai con il mio fraterno amico Venero Dominici, fotoreporter e operatore della Rai che mi affiancava per i servizi televisivi e anche per i dossier sugli eventi siciliani e le mostre in Europa.

C. Hess – “Am Strand” (dalla rivista
“Der Cicerone” – Lipsia agosto 1929)

Con l'altruismo
che lo ha sempre distinto Dominici si disse pronto a fare, di volta in volta, le riprese senza alcun compenso e accompagnò con entusiasmo il mio volontariato. Condivise il mio impegno con pari trasporto anche Nuccio Cinquegrani che da quasi un decennio sapeva di Hess essendo il marito dell’altra nipote del pittore, Antonia. La collaborazione di mio cognato - che introdussi anche nell’attività giornalistica - risultò assai preziosa
per la realizzazione del progetto. Ci vollero diversi anni per sviluppare studi e ricerche sulla vita e l’opera di Hess, per le verifiche in Baviera, a Bolzano la città natale, in Sicilia durante l’esilio quando il giovane Guttuso lo vide dipingere, a Innsbruck dove trascorse la sua adolescenza e a  Schwaz dove morì. Emma lavorò intensamente, traducendo documenti, annotando date, nomi, luoghi, episodi, determinante fu il suo aiuto per ricomporre l’attività espositiva di Hess in Europa negli Anni 20 e 30, attraverso le recensioni di allora e per rintracciare testimonianze in Germania, in Tirolo, in Svizzera e in Sicilia lungo l’itinerario artistico del fratello.