Juryfreie

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La Juryfreie al Glaspalast di Monaco

Muenchenkunst

Una delle sale di esposizione del Glaspalast di Monaco di Baviera dove presentavano le loro opere i giovani artisti della “Juryfreie”

(dma) - Nel 1929 Louis Christian Hess aderisce all’Unione dei pittori monacensi “Juryfreie” (fuori giuria) e presto ne diviene l’ appassionato animatore partecipando nel Glaspalast di Prinzregentstrasse a mostre e iniziative organizzate per sostenere l’attività del Gruppo, concerti, feste di carnevale, incontri culturali. Una ricostruzione dell’attività artistica e dell’atmosfera intellettuale che negli Anni 20 e 30 caratterizzava la “Juryfreie” la fornisce il critico tedesco Hans Eckstein che ha conosciuto personalmente Christian Hess a Monaco di Baviera.
Nel saggio critico dedicato a Hess sul Catalogo della Mostra della Riscoperta (Palermo 1974) Heckstein scrive fra l’altro:

“Gli Anni 20 per i giovani artisti di Monaco di Baviera non furono tanto rosei come generalmente vengono descritti nelle cronache culturali dell’epoca. La città, pur ricca di tradizioni, non era molto aperta a nuove visioni artistiche d’avanguardia, a nuove forme nella pittura, scultura o architettura.


Monaco 1929 -  Artisti della Juryfreie ad una festa di carnevale. Louis Christian Hess viene ripreso mentre sorseggia una birra

I gruppi artistici da tempo esistenti, non tanto facilmente concedevano posto nelle grandi mostre alle opere dei giovani talenti i quali, peraltro, non potevano attendersi molto dalla cultura statale o municipale. Così una piccola schiera di giovani artisti uniti nel movimento "Juryfrei" (i cosiddetti “fuori giuria”) intese la sua costituzione, basata sull’amicizia, come un gruppo di lotta contro il potere dei vecchi artisti tradizionalmente affermati e si sentì certamente rivoluzionaria come infatti lo era.
Ma chi voleva conoscere i giovani artisti di Monaco e le loro opere (siamo agli inizi degli Anni Trenta) poteva recarsi nei locali di esposizione che gli "Juryfreien" avevano allestito all'angolo della Prinzregentstrasse, di fronte al “Prinz-Carl-Palais”. Qui si mostravano non solo i lavori dei “fuori giuria”, ma tutto ciò che allora gallerie private e statali non avevano mai esposto: astratti e surrealisti tra cui Albers, Arp, Baumeister, Brancousi, Max Ernst, Mondrian, Picasso, Schwitters ed altri, e architettura moderna che a Monaco, ancora per molto tempo, non sarebbe stata considerata. Il gruppo "Juryfrei" organizzava concerti di musica moderna di Karl Amadeus Hartmann, Milhaud e altri.

Hess per il carnevale Juryfreie

Questo manifesto venne eseguito da Christian Hess nel 1933 per la festa di carnevale del Gruppo Juryfreie. L’opera, che vediamo solo parzialmente nella minuscola riproduzione a colori, è pubblicata integralmente in bianco e nero a pagina 499 del volume “Die Zwanziger Jahre in Munchen”, a cura del Munchener Stadt Museum, un corposo catalogo di 768 pagine edito da LIPP-Graphilsche Betriebe, Munchen (1979. Proprio due anni prima, precisamente dal 3 febbraio al 6 marzo 1977, a conclusione del suo giro itinerante in Europa, era stata presentata al Kunstverein di Monaco di Baviera la Mostra della riscoperta di Christian Hess partita da Palermo alla fine del 1974.



















 

 Le poche vendite, durante le mostre, non riuscivano a coprire le spese. Perciò si organizzavano feste di carnevale che potevano considerarsi le più divertenti tra tutte le grandi feste di Monaco. Ma tutto ciò ebbe fine allorché arrivò Hitler per decidere con i suoi sottufficiali nazionalsocialisti ciò che fosse arte e ciò che non lo fosse. La messa al bando del gruppo “Juryfrei” rientrava quindi nell’operazione di annientamento delle unioni culturali bolsceviche. I suoi membri potevano dipingere, scolpire o occuparsi di architettura solo di nascosto. Ho descritto questa situazione in cui verso il 1930 si trovò la nuova leva degli artisti monacensi e ho ricordato in qualche modo le imprese dell’unione “Juryfrei” poiché questo era il periodo e l’ambiente in cui visse il pittore Christian Hess a Monaco. Vidi per la prima volta suoi quadri nelle esposizioni della “Juryfrei”. Nelle feste del gruppo conobbi personalmente l’allora trentacinquenne simpatico giovane, non molto alto, snello, col taglio netto del suo viso intelligente, dal tipico temperamento bavarese e dalla quasi impertinente immediatezza espressiva dietro la quale si nascondeva una forte sensibilità. Ricordo che, accanto ad alcune opere di Joseph Scharl – somiglianti a dei Van Gogh – in una esposizione nella Prinzregentstrasse, mi colpirono maggiormente quegli altri quadri differenti, molto sereni, di Christian Hess. Tra gli innumerevoli dipinti visti in quel periodo nella esposizione di Monaco, quelli di Hess rientrano, senza dubbio, tra quei pochi di cui la mia mente ha potuto custodire la nitida immagine”.

Una mostra di Hess che fece scalpore


 Hess ai tempi della Juryfreie

Un’altra testimonianza sul Movimento Juryfreie, venne rilasciata nel febbraio del 1977 dal prof. Günter Grassmann (1900-1993), in occasione della tappa conclusiva al Kunstverein di Monaco di Baviera della Mostra itinerante della Riscoperta delle opere di Hess. In una sua dichiarazione si legge: “Nella mia vita ho avuto incontri con Hess negli anni compresi tra il 1928 e il 1933, quando eravamo componenti della Juryfreie che, a quanto ricordo, fu fondata nel 1912. Nel 1927 fu un’associazione di giovani artisti che si sentivano legati dallo stesso intento, cioè allontanarsi dalla severa tradizione monacense legata alla natura. Christian Hess, assieme a Joseph Scharl, era una delle personalità preminenti di questa associazione. Egli si orientò prevalentemente verso l’allora molto discusso Max Beckmann. Gli Juryfreien avevano le loro sale di esposizione molto vaste di fronte alla Haus der Kunst. Questa impresa allora considerata assai notevole  era finanziata in gran parte dalle feste artistiche di carnevale al cui allestimento prendevano parte i soci tra i quali Hess. Le feste si svolgevano nei locali di esposizione dove si organizzavano mostre collettive dei soci  Juryfreien e di artisti ospiti. Io ricordo di una esposizione di Christian Hess che fece scalpore, composta da 30-40 opere e che ebbe allora molta eco. Si disse che Hess le aveva dipinte in poche settimane, cosa che rispondeva al suo modo impulsivo di lavorare. La Juryfreie fu disciolta nel 1933 dal Nazionalsocialismo, tanto più che in precedenza gli Juryfreien avevano tentato di prendere posizione contro la politica culturale nazista. Da allora ho perso di vista Hess”.    

Glaspalast in fiamme e “Fuori giuria” al bando 

Il Glaspalast dopo l'incendio del 1931

Il misterioso incendio che il 6 giugno del 1931 distrusse il Glaspalast e i quadri di una intera esposizione era il primo inquietante segnale diretto a smorzare ogni  entusiasmo di libertà espressiva e di autonomia dei giovani artisti della Juryfreie anche se per quelli che avevano perduto le opere tra le fiamme fu poi allestita una mostra straordinaria nel Museo germanico. Nei due anni successivi al rogo, il Gruppo Juryfreie cercò di riorganizzarsi, allestendo collettive itineranti e realizzando anche qualche iniziativa culturale, ma subito dopo le feste di carnevale del 1933 venne messo al bando dal regime nazista che ne decretò lo scioglimento dichiarandolo di tendenza bolscevica.

Le opere bruciate

La fotografia dello scheletro del Glaspalast,  divenuta cartolina postale, viene inviata da Hess alla sorella Emma che vive in Sicilia, con questa frase lapidaria: “Qui riposano le mie opere bruciate”.


L’atmosfera inquieta che si respirava tra i membri del Movimento Juryfreie alla vigilia dello scioglimento, si può cogliere in questa lettera che lo scultore Karl Röhrig scrive da Monaco di Baviera il 13 marzo del 1934 a Christian Hess che già trascorre il suo esilio volontario in Sicilia, nella riviera jonica messinese.

Dissensi interni alla "Juryfreie"

All’inizio si legge: “Caro Hess! Finalmente posso aggiungere alcune righe personali alle notizie della “Juryfreien”. La tua lettera del 17 gennaio 1934 è nella nostre mani e siamo tutti contenti nel sentire che ti trovi bene nella tua attuale posizione”.
E più avanti: “Giorno 22 di questo mese vi sarà l’assemblea generale in cui scoppierà la bomba e ti prego di fare sapere al più presto all’assemblea le tue opinioni”.
La lunga lettera continua soffermandosi  su alcuni  dissensi politici e anche finanziari all’interno del Gruppo, con la maggioranza dei membri che sollecitano la divisione del fondo cassa, circa tremila marchi, essendo consapevoli che presto l’organizzazione sarebbe stata disciolta d’autorità e messa al bando.




La monumentale Haus der Kunst
tanto vagheggiata da Hitler
sorta a Monaco di Baviera
nel 1937 sulle ceneri del Glaspalast