Athos Collura
 

Mareggiata in Liguria

Foto Luciana Mulas

Nasce a Grotte (Agrigento) nel 1940. Alterna la pittura alla scenografia, allestendo spettacoli in Italia e all’estero. Compiuti gli studi artistici a Palermo, nel 1961 si trasferisce a Milano, dove vive e lavora. Dopo alcuni anni dedicati ad una originale sperimentazione della tecnica del collage, finalizzata a dare corpo e voce a tematiche politiche e sociali (1963-68), diviene uno dei più autorevoli e audaci interpreti in Italia del movimento psichedelico, creando opere di grande suggestione, tra cui la "Stanza dei pavoni", realizzata nel 1971-72, completamente dipinta dal pavimento al soffitto.
In questi anni si accosta al gruppo di artisti che gravitano intorno alla Galleria “II Fante di Spade” (Ferroni, Guerreschi, Luporini e Vespignani), recuperando a partire dal 1974 lo studio della figurazione e della donna come icona di desideri inibiti in una nuova fase di ricerca che trova espressione nei cicli tematici denominati "Interni/Esterni". Interrotto il sodalizio con tale gruppo di artisti, tra il 1978 e il 1979 Collura dà vita ad una rivisitazione critica del periodo Déco con l'originalissima serie di opere denominata “Controliberty”, caratterizzata dal rovesciamento e dallo sdoppiamento inatteso del senso estetico, attraverso un'acuta e ironica riformulazione del linguaggio artistico che guarda anche alla contaminazione con il teatro.
Dagli anni Ottanta in poi il suo lavoro è caratterizzato da una metafisica e un surrealismo innovativi, che vanno a definire una ricerca autonoma in linea con il clima postmoderno che si va affermando. Questo periodo, di cui è parte il ciclo “Confini” (1980/1998), è caratterizzato da composizioni strutturate per immagini, associate a rappresentazioni oniriche e simboliche tese ad espandere proprio i "confini" dell'immaginario.

Confini siciliani

Cattedrale 2010

Il riposo della escort

Riviera italiana

Con la serie "Visual Codex", iniziata alla fine degli anni Novanta, l'artista approda al momento cruciale della sua riflessione sul linguaggio artistico e visuale, individuando provocatoriamente il codice a barre quale icona della deriva consumistica dell'arte: il lavoro è caratterizzato dall'annullamento dell'immagine pittorica e dal suo ribaltamento illusorio, alla continua ricerca di una esplorazione dei confini della rappresentazione e della scrittura pittorica. Ha ordinato più di 60 esposizioni personali e partecipato a collettive in Italia e all’estero, ottenendo premi e riconoscimenti. Sue opere figurano al Museo civico d’Arte moderna di Milano, al Museo d’Arte contemporanea di Salisburgo, al Museo civico d’Arte moderna di Palermo, in altre raccolte di istituzioni pubbliche e in collezioni private. Hanno scritto di lui: Renato Barilli, Zeno Birolli, Rossana Bossaglia, Flavio Caroli, Giorgio Cortenova, Raffaele De Grada, Silvia Evangelisti, Tommaso Paloscia, Pierre Restany, Giorgio Segato, Franco Solmi, Tommaso Trini.
Nella primavera del 2013 presenta nel Castello Visconteo di Pavia la rassegna antologica “Crash! ogni sogno infranto” con 80 dipinti e alcune installazioni che testimoniano il suo percorso creativo tra pittura e scenografia. Nel corso dell’inaugurazione Athos Collura si è esibito in una performance artistica “dissacratoria” con cui ha messo fine alla serie dei “Visual Codex” per aprirsi a nuove sperimentazioni.

Video della performance