Christian Hess (1895 - 1944)
Un pittore europeo
di Carl Kraus
 

Dr. Carl Kraus, nato nel 1959 in Sterzing, vive a Innsbruck. Storico dell’arte e curatore di mostre. Ultimamente ha curato: “Friedrich Wasmann“ Schloss Tirol (2006); “Alfons Walde“ (Torino 2006); “Auf den Spuren von Maurice Denis. Symbolismus an den Grenzen des Habsburger Reichs“ (Trento 2007); Mostra itinerante Christian Hess Rabalderhaus Schwaz (13 giugno - 27 luglio 2008), Stadtmuseum Bolzano (novembre 2008 - gennaio 2009 ). Autore di documentari televisivi ed esperto di autentiche. 

Quando nell’estate del 1926 la mostra itinerante “Artisti tirolesi” molto visitata trovò il suo compimento, tra gli espositori di allora si evidenziò un nome nuovo: Christian Hess. Accanto a grandi come Edgar Lienz, Putz, Nikodem e Walde, non poté naturalmente ancora emergere dato che solo due anni prima aveva terminato i suoi studi accademici. Se la mostra avesse avuto luogo tre anni dopo, un periodo in cui il pittore era di già giunto all’apice della sua creatività, la questione sarebbe andata diversamente. Ma qui Hess non sarebbe stato interessato probabilmente alla partecipazione ad una collettiva di artisti tirolesi, che in gran parte non gli sembravano all’altezza dei tempi. Come nessun pittore tra le due guerre con radici tirolesi, Christian Hess era orientato verso l’internazionale – visto biograficamente, Monaco era il suo punto centrale, la Sicilia la sua principale fonte d’ispirazione, la Svizzera un ulteriore “rifugio”, mentre i suoi rapporti con il Tirolo durante i suoi decisivi anni creativi erano praticamente assenti.
Quando nel 1940 tornò nel paese della sua infanzia e gioventù, che nel frattempo era divenuto “regione” egli fu più sopportato che festeggiato. Dopo la guerra opere “di questo (tra parentesi intanto defunto) talento coloristico” furono esposte ancora una volta in una mostra da esportazione a Monaco. Dopo, il pittore, come molti altri artisti della “Generazione perduta” cadde in totale dimenticanza.
La riscoperta di Christian Hess ebbe luogo dalla sua seconda patria, la Sicilia, a partire dagli Anni 70. In concomitanza con il trentennale della sua morte, fu organizzata in molte città italiane, tedesche e austriache, una mostra commemorativa comprendente per la prima volta la sua creatività.
Oggi si presenta un artista “che ha respirato la cultura europea” come lo descrive lo scrittore Leonardo Sciascia, un artista che malgrado o proprio per le condizioni difficili del periodo creò una poeticità di particolare contenuto e forma.

Infanzia, età scolare, servizio militare

Il Tirolo sta all’inizio e alla fine della storia della vita di Christian Hess. Nacque il 24 dicembre 1895 a Bolzano, figlio di Dominicus e Rosa Hess. Il padre era originario di Herlatzhofen nell’Algäu e lavorava come funzionario di cancelleria, la madre proviene dall’Alta Austria. Due sorelle di Christian Hess muoiono in tenera età. Con Emma, la più giovane, resta invece strettamente legato per tutta la vita. Lei lo è pure, e più tardi custodirà con grande cura la sua eredità. Nel 1906 la famiglia si trasferisce a Innsbruck, dove Hess, tre anni dopo, dopo la morte del padre, passa dal ginnasio alla scuola artigianale. Dopo il diploma, nel 1913, frequentò un corso nella Tyroler Glasmalerei und Mosaikanstalt Mader, che serviva tutto il mondo con i suoi prodotti decorativi.
Gli ulteriori piani lavorativi vengono annullati dallo scoppio della guerra. Dopo che il suo servizio militare viene sospeso per due volte per questioni familiari, nel 1916 Hess viene chiamato alle armi. In quanto cittadino tedesco viene aggregato ad una compagnia di pionieri bavaresi, arriva alla frontiera franco-belga e prende parte alle battaglie di Verdun, sulla Somme, e sull’Aisne. Delle atrocità delle moderne guerre di massa, nei suoi schizzi e nelle cartoline create per l’esercito non vi è traccia, ma più tardi egli scrive “Mai più prenderò un fucile se non contro Hitler” (lettera alla sorella tra il 1934-35)

Studi accademici a Monaco

Nel gennaio del 1919 Christian Hess inizia i suoi studi accademici a Monaco, in un periodo in cui la città è sottoposta ad una profonda tensione socio-politica (la rivoluzione del 1918-19 e il tentativo di putsch di Hitler 1923). I successivi anni tranquilli, fino all’esplosione della crisi economica mondiale, sono terribilmente brevi.
Anche nell’arte a Monaco non spicca il ventennio, ma gli anni dal 1900 fino al 1910 con il “Blauen Reiter” come punto culminante, come se fosse stato il vero decennio d’oro di questo secolo. Franz Marc ed August Macke sono, come molti altri, caduti in guerra, e Vassili Kandinsky dopo il 1918 non torna più a Monaco ma si sposta al Bauhaus di Weimar, cioè Dessau.
Il nuovo positivismo, con il suo freddo sguardo distaccato sulla realtà, diventa invece l’espressione artistica del tempo, possiede a Monaco un ampio forum, ma molti dei suoi principali rappresentanti come Alexander Kanholdt o Heinrich Maria Davrunghausen abbandonano presto la città. ed i più importanti indicati come pittori critico-sociali del neo positivismo Gorge Grosz e Otto Dix, lavorano a Berlino e Dresda.
Pur tuttavia la città artistica di Monaco offre intorno al 1920 un multiforme quadro delle più diverse correnti, per cui fondamentalmente il pendolo, dopo il tempestoso apparire all’inizio del secolo, oscilla ormai in direzione di un ritorno alla tradizione e al realismo. L’Accademia si considera, invece, per definizione piuttosto non conservativa e la maggior parte dei professori rappresentano una misurata modernità come anche il direttore di pittura monumentale Carl Johann Becker Gundhal (1856 – 1925) della cui classe Hess fece parte.
Inoltre, tipico dell’epoca, era la pittura en plein air dedicata ai temi “della povera gente”. Becker Gundhal si distinse più tardi da tutti attraverso i suoi affreschi sacri, scostandosi dalle severe stilizzazioni dopo il 1910, talvolta con impostazioni espressive.
Per Hess ed anche per i suoi compagni di classe, a cui appartennero tra gli altri Jean Egger (dal 1918 al 1922 presso Becker Gundhal) e Sergius Pauser (1920-24), lo studio accademico significava  la prima base e nulla di più. Così nella sua opera giovanile Hess si collega da una parte alla visuale della natura ingenua propria della pittura libera con una concezione gestuale espressiva, dall’altra al severo metodo di composizione di Cezanne.
La specifica inclinazione di Hess per i valori coloristici diventa adesso più chiara: “gli acquerelli paesaggistici di Christian Hess si potrebbero presentare nella loro giovinezza già alla mostra di acquerelli della Nuova Secessione” scrive un critico in riferimento alla prima presentazione del pittore a Monaco nel marzo del 1920: “Un silenzioso caldo amore per la natura alita da Hess ed anche uno straordinario sviluppato senso del colore”. A tal riguardo il copiare antichi maestri come Tiziano, Veronese e Velasquez  con cui egli migliorava la sua situazione economica, dovette essere per lui altamente favorevole.

Esperienze determinanti - Sicilia

Nella primavera del 1925 Hess viene per la prima volta in Italia. La prima sosta lo porta a Firenze dove egli negli Uffizi ed a Palazzo Pitti copia altri dipinti di antichi maestri. Con grandi aspettative prosegue per Messina poiché la sua più giovane sorella Emma, che da poco tempo è sposata in quella città marinara, gli aveva scritto lettere entusiaste. E lei non gli aveva promesso troppo. Già le prime impressioni in Sicilia schiusero al pittore un mondo completamente nuovo: con le persone radicate in antiche tradizioni, con il paesaggio corredato da antichi miti, con l’inconfondibile luce mediterranea. “Questo dovrebbe essere il paradiso” scrive Hess ai suoi amici artisti in Germania ed anche se lentamente egli trova l’equivalente per la sua esperienza artistica, sapendo che non abbandonerà mai più questa terra. Durante le escursioni pittoriche nei dintorni di Messina, a Taormina , Monreale, Palermo e nelle antiche città di Selinunte, Siracusa ed Agrigento egli trova sempre nuovi impulsi per il suo creare, ma lontano dallo sguardo al pittoresco come turista. In questo modo Hess si allinea ad una .lunga schiera di pittori tedeschi, che fin dai primi anni del XIX Secolo sentirono in Sicilia “l’armonia del cielo, del mare e della terra” (Johann Wolfgang von Goethe). Già nel dicembre 1926 Hess torna di nuovo a Messina, questa volta con la nota cantante monacense Marya Neitzel sua compagna di vita per molti anni,. Nell’autunno 1927 il pittore torna in Sicilia da solo per lavorare qui molti mesi.
Nell’estate del 1928, dopo aver eseguito nella villa della  famiglia dell’industriale Mayer a Wismar- Mecklenburg un affresco di ispirazione siciliana, comunica alla sorella il suo prossimo soggiorno: ”Sicuramente vado a Girgenti e Palermo. Sarà favoloso! Quindi il mio amato costume da bagno mi starà ancora bene, certo. Sono molto più sicuro in tutto, e realizzerò molto di più che l’ultima volta. Mangiare, l’oste qui non mi soddisfa (ogni sera la specialità tirolese per 30 centesimi).
Quando dopo altre permanenze estive del 1929 e 1930 la sorella comunica il suo trasferimento in un’altra località di Messina, il pittore le scrive pieno di malinconia: “Poiché  tu forse cambi casa, è un grande peccato, cioè per me perché io amo tanto la terrazza e la bella visuale sul mare e non  meno che ad essa sono legati molti bei ricordi di ore trascorse là. Io ti auguro veramente una villa, cioè un vero W.C. con un vero sciacquone ed un bagno. Per me è come se perdessi la mia patria se tu traslochi dalla Palmara. Sono stato là 5 volte e l’ambiente gioca un ruolo considerevole nel mio sviluppo artistico”.
L’estate del 1931 Hess va a Messina con il pittore Adolf Hartmann ed altri amici (in inverno è con Josef Scharl  a Roma). Lunghe permanenze seguono infine nel 1933-34. - in questo periodo egli sposa la teologa e assistente sociale svizzera Cecile Faesy - e poi dal 1935 al 1938.

Nella Juryfreie monacense

Altri decisivi momenti si presentano nella vita artistica di Christian Hess a Monaco sul finire degli Anni 20. Da una parte intervengono nel suo campo visuale Max Beckmann e Karl Hofer che danno importanti impulsi alla sua ricerca di una nuova concentrazione della forma (in modo determinante egli si dedica fortemente alla scultura). “Egli cerca di portare la molteplicità della natura ad una  semplice e forte espressione pittorica” la critica registra questo sviluppo direzionale del pittore e stabilisce che egli con ciò si eleva decisamente dalla “approssimazione” di altri contemporanei monacensi. Il confronto dell’“Asino tra i cactus” del 1925 con il “Caprone tra i cactus” di pochi anni dopo, rende evidente il nuovo linguaggio rafforzato e plastico delle forme.
Inoltre nel 1929 Hess aderisce all’unione artistica “Juryfreien” sorta nel 1907, che viene però rinnovata e si posiziona come gruppo progressista di Monaco. Accanto ai propri membri gli Juryfreien presentano anche delle importanti mostre d’informazione come per esempio architettura contemporanea e la “mostra astratti e surrealisti” (1929) con opere di Hans Arp, Willi Baumeister, Constantin Brancousi, Max Ernst, Paul Klee, Constantin Malewitsch, Juan Mirò, Piet Mondrian, Pablo Picasso e Gino Severini.
Ciò parla della freschezza di Hess che nella sua opera trova riferimento anche a molti di questi artisti, specialmente verso Picasso. Christian Hess si può subito inserire all’interno di questo gruppo:”Gli Juryfreien nella Prinzregentstrasse formano a vista d’occhio un gruppo promettente ed anche già appassionante (…) Io intanto prendo nota di Christian Hess, Josef Scharl, anche Bock, Fritz Burkhardt, Grassmann, Panizza, Unseld e tra gli scultori Spengler e Zeh.” ( Wilhelm Hausenstein in Kunstnotizbuch, luglio 1929).
In seguito Hess prende parte, specialmente, alle mostre di Monaco, ma espone anche a Duesseldorf, Norimberga, Lipsia, Danzica e Berlino. Per la reputazione del pittore in questo periodo parlano anche le ripetute partecipazioni alle mostre della Secessione di Monaco al Glaspalast (dove nel disastroso incendio del 6 giugno 1931, tra le altre, anche molte delle sue opere furono distrutte), l’incarico per l’affresco allo stabilimento termale di Oeynhausen (Westfalia), l’acquisto di un’opera da parte della Galleria statale a Lembachhaus, e la pubblicazione di due suoi lavori sulla copertina della nota rivista di Monaco “Jugend”. Inoltre deve costantemente preoccuparsi della necessità di denaro, perché non è facile vivere nel 1930 a Monaco dove duemila artisti vogliono stabilirsi.

La politica è il grande tema

Quando a Monaco nel marzo 1931 in una riunione della “Kampfbundes für deutsche Kultur” ( la Lega della lotta per la cultura tedesca) Christian Hess, Adolf Hartmann, Günther Grassmann e Wolf Panizza vengono buttati fuori dalle SA (e gli ultimi due pestati a sangue), tutto ciò risuona come un cattivo presagio. “La situazione dal punto di vista finanziario non era mai stata così catastrofica” scrive Hess nel giugno 1932 alla sorella.”Dove si va e con chiunque si parli, tutti si lamentano per la mancanza di denaro (a causa della crisi economica mondiale la disoccupazione in Germania è cresciuta fino a 6,1 milioni) e la politica è il grande tema”.
Circa un anno e mezzo dopo Hitler è al potere ed il Führer stesso posa nello stesso anno la prima pietra per la “Haus der deutschen  Kunst”, mentre gli Juryfreien , la cui galleria è posta proprio di fronte, viene sciolta come unione di “cultura bolscevica” (1934). Che cosa deve essere la pittura tedesca, Hitler lo chiarirà più tardi in maniera inconfutabile nel suo discorso per l’apertura della Casa dell’arte tedesca nel 1937: “Cubismo, dadaismo, futurismo, impressionismo ecc. non hanno nulla a che vedere col nostro popolo tedesco. Poiché tutti questi concetti non sono né vecchi né moderni, ma sono semplicemente il balbettio di persone cui manca il vero talento artistico. Noi condurremo quindi una spietata guerra di pulizia contro gli ultimi elementi della sovversione della nostra cultura”. Una conseguenza di questo manifesto è l’espressione “arte degenerata” in cui viene bandito tutto il moderno da Marc a Kandinsky e da Hofer a Beckmann.
Il viaggio di Hess nel 1933 in Sicilia rappresenta una fuga, per poter lavorare qui senza rappresaglie (l’Italia fascista tiene verso gli artisti moderni un atteggiamento più liberale di quanto non fosse il regime nazional socialista). Specialmente nel 1935, anno in cui Hess con la moglie Cecile si trasferisce, con quadri e arredi, a Messina. A causa della successiva separazione da lei e la crescente sensazione di isolamento - malgrado l’intimo rapporto con la sorella e la di lei famiglia – Hess non riesce più a trovare un normale ritmo di vita e di lavoro. Gravi problemi psichici lo portano fino all’orlo del suicidio. Così egli non vede per sé alcuna via d’uscita che andare in Svizzera (dove si era trattenuto più a lungo tra il 1934-35 ) e poi allo scadere del permesso di soggiorno di tre mesi, nell’ottobre 1938 torna a Monaco. Qui egli ricerca alcuni suoi vecchi colleghi artisti, che in parte hanno lasciato la città e si sono trasferiti nei paesi circostanti. Alcuni non li trova più. Oskar Zeh si era ucciso nel 1935. La sua vedova gestisce a  Oberwossen un ristorante dove Hess esegue degli affreschi nel ricordo del suo amico.
Alla fine  di quell’anno Josef Scharl emigrò negli Stati Uniti dopo che il suo quadro “Uomo alla finestra” ispirato a Van Gogh, gli era stato confiscato nella Galleria di Stato di Monaco, come opere di Hartmann e Grassmann (e tra gli altri anche di Putz e Weber - Tirol).
Hess cercò come gli fu possibile di arrangiarsi, visse persino un breve tempo felice con una giovane donna che aveva buoni rapporti con il regime e poté procurargli dei lavori, ottenne anche l’iscrizione alla Camera della cultura del Reich senza la quale nessun artista poteva lavorare in Germania. A causa della chiamata al servizio militare presso le poste del Reich e in seguito all’aggravarsi delle sue condizioni di salute, Hess può svolgere ormai in maniera limitata la sua attività creativa.

Ritorno in Tirolo

Esonerato dal servizio militare, nel dicembre del 1940 Hess va da parenti ad Axams presso Innsbruck. Dopo che si è ristabilito in salute egli “è diventato di nuovo completamente tirolese ed (…) è molto felice qui in campagna e nel Gamsberge”.  Solo che ha debiti che “gli si rizzano i capelli” ( lettera alla sorella 7 aprile1941). Così egli è costretto ad accettare le più diverse commissioni di lavoro, dagli alberi genealogici fino ad un lavoro per l’ufficio propaganda, che verrà esposto nella piazza della stazione.
La situazione gli viene alleviata quando Max Esterle, direttore della Camera degli artisti tirolesi, gli assegna un atelier nella vecchia università. Alla mostra d’arte regionale del Tirolo-Voralberg egli prende parte solo un’unica volta nel 1942 con una ”Composizione mitologica”. Ma il lavoro lo stanca  per la tisi che aggrava i dolori. “Io divento sempre più stizzoso e tutte le persone mi danno fastidio con il loro chiacchierio. I miei soli amici sono i poeti greci e un quartino di vino rosso”. (lettera alla sorella 31 luglio 1942). E quelle volte che all’osteria esprime il suo dissenso contro il regime, lo salva dall’arresto solo la protezione di Esterle che sempre si preoccupa di  proteggere gli artisti dagli attacchi della politica.
Quando nell’autunno del 1944 le bombe degli alleati cadevano su Innsbruck, Christian Hess “non andava mai nei ricoveri, egli diceva sempre “…se mi beccano non è poi tanto”. Così è stato per due volte nella Meranerstrasse e una volta sul posto dove lavorava, ma di più da noi a casa nella Haspingerstrasse (il 20 ottobre 1944). Lì giaceva sulla sdraio in giardino quando tutto il quartiere andò in pezzi e si potrebbe quasi dire che sia uscito vivo per miracolo (…) Da quel momento è peggiorato rapidamente, perché tutta la polvere e le schegge di vetro danneggiarono seriamente i suoi polmoni.” (da una lettera della cugina Paola, presso cui il pittore negli ultimi due anni visse in gran parte, 20 novembre 1947). Quattro giorni dopo viene ricoverato nell’ospedale di Schwaz. Christian Hess muore il 26 novembre 1944, poco prima del suo 49° compleanno. Senza che la stampa ne dia notizia, viene sepolto nel Westfriedhof di Innsbruck.

Un pittore europeo

Il rapporto artistico della vita di Christian Hess segnata dalla tensione del tempo è basata su un compromesso tra la propensione alla bellezza classica dietro cui resta presente l’esperienza dell’espressionismo. Per questo la sensazione dell’essere escluso e la malinconia che ne deriva stendono come un filo rosso attraverso la sua opera, specialmente in modo diretto nel grandioso “Giocatore di scacchi” dove la figura lasciata a metà sembra rassegnata tra il gioco degli scacchi ed il tavolo da biliardo in una prospettiva contorta .Nel grande gioco della politica l’uomo è una piccola figura, è esposto all’arbitrio del giocatore. Molto in questo quadro, come anche in altri, ricorda Beckmann (per esempio nello stesso autoritratto con il sassofono del 1930):la grandiosa forma plastica con i suoi contorni neri ed i forti contrasti di luci ed ombre, la libera modulazione pittorica, i colori basilari di bianco e nero rappresentano il magico effetto oggetto-spazio.
Eppure in Hess tutto rimane più “peinture” come natura morta ed al posto della metafisica visionaria di Beckmann, i suoi quadri testimoniano generalmente l’anelito verso un ideale classico. Per tale motivo il pittore è più vicino a Karl Hofer e agli artisti dei “valori plastici” che a Beckmann.
Modelle, figure giacenti e bagnanti appartengono in modo tipico all’inventario privilegiato del mondo pittorico di Hess, tradotte in un colorismo ricco di sfumature con personali accordi tra il rosa, il violetto ed il giallo particolarmente tendente al verde. Così si riconoscono nelle “Tre modelle” inserite in uno sfondo cubista, le giovani donne della moda degli Anni Venti e Trenta come anche le tre grazie degli antichi.
Il grande riflesso della classicità senza tempo Hess lo trova però in Sicilia. Pescatori, marinai, contadini per cui il lavoro è rimasto immutato da secoli, indovini e donne al mare, il paesaggio sentito come mitico, lo stimolano ad una molteplicità di creazioni pittoriche. Impregnato da una struttura pittorica plastico-tettonica e da una controllata festosità si avvicina molto alle opere di un Carrà e Casorati. Tra queste composizioni classico-italiane si annoverano i  “Colombi sulla terrazza” che con il loro simbolismo di pace appaiono non per caso nell’anno 1933.
L’intenso confronto con i puri valori della forma e del colore, Hess lo ha espresso anche negli Anni Trenta con quadri di città e nature morte, con un alto grado di astrazione: le case progettate in una superficie cubica di una località siciliana con la tricromia coloristica ruggine-nero-bianco, appoggiata similmente a qualcosa di cubista, giocando con le forme della natura semplificate e segni di scrittura come nella “Natura morta con la gazzetta”. Avendo poco in comune con la pittura tirolese del tempo, essi sottolineano il taglio europeo del pittore.


Per il generoso sostegno e per aver messo a disposizione il materiale documentale desidero esprimere un sentito ringraziamento alle nipoti dell’artista Luisa Ardizzone (Roma) e Antonia Cinquegrani (Messina), con le loro famiglie, e alla signora Leonore Neitzel (Monaco di Baviera). I lavori di Domenico M. Ardizzone, Nuccio Cinquegrani e dell’Associazione Culturale Christian Hess hanno costituito un punto di riferimento fondamentale nella redazione del presente studio.
 

       

Modella nell’atelier, 1932, Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum Innsbruck

Asinello e fichidindia,
1925, collezione privata

Barche sulla spiaggia 1932,
courtesy Bozner
Kunstauktionen

Ragazza che dorme su cuscino giallo, 1930,
 Museion Bolzano


Caprone sotto i fichidindia,
1930, Museion Bolzano


Il giocatore di scacchi, 1931, Museion Bolzano


Testa di ragazzo
(scultura in terracotta) courtesy Galerie Maier, Innsbruck


Tre Modelle, 1932,
collezione privata


Bracciano, 1932,
collezione privata


Case rosso-nero, 1933, Museion Bolzano


Natura morta con
La Gazzetta, 1933


Pesci, 1937
 


Piccioni sulla terrazza, 1933, collezione privata


L’Indovino, 1933,
collezione privata


Christian Hess 1929


Torso giacente, 1930, collezione privata


Due modelle, 1932.  courtesy Galerie Maier, Innsbruck
Privatbesitz,


Monreale, 1928, Museum Rabalderhaus Schwaz




Autoritratto, 1935/40,
courtesy Galerie Maier, Innsbruck

     

Biografia

1895 – Alois Anton Dominicus Hess (anche Heß) che più tardi si chiamerà Louis Christian o semplicemente Christian Hess, nasce il 24 dicembre a Bolzano, figlio del funzionario Dominicus Hess, proveniente dall’Allgau, e di Rosa Mayer. Egli ha anche tre sorelle: Berta (1893-1915), Rosa (1899-1905) ed Emma (1902-1973).
1906 – Trasferimento con la famiglia ad Innsbruck
1909 – Dopo la morte del padre cambia scuola, dal ginnasio passa alla Staatsgewerbeschule in Innsbruck (prof. Heinrich Comploj).
1913 – Conseguito il diploma fa pratica presso la vetreria d’arte Mader in Tirolo e nel laboratorio di ceramica Kuntner a Brunico.
1916-18 – Richiamato alle armi come cittadino tedesco fa parte della terza compagnia Pionieri Bavaresi e viene destinato al fronte franco-belga.
1919 – Da gennaio studia all’Akademie der Bildenden Künste di Monaco con il prof. Carl Johann Becker-Gundahl. Tra i suoi compagni di studio: Florian Bosch, Franz Gebhardt, Adolf Hartmann, Siegfried Kühnel e lo scultore Benno Miller.
1920 – Partecipa alla mostra Junger Münchner.
1921 – Con una borsa di studio fa un viaggio in Scandinavia.
1922 – Primo di molti viaggi a Vienna per copiare opere di antichi maestri.
1924 – Conclude il corso di studi all’Accademia di Monaco. Riceve molte commissioni per ritratti.
1925 – Viaggio a Firenze e Messina dove vive sua sorella Emma. In seguito la Sicilia diventerà per Hess la principale fonte d’ispirazione.
1926 – Partecipa per la prima volta ad una mostra della Secessione a Monaco. Sempre a Monaco prende parte all “Ausstellung Tiroler Künstler” (mostra artisti tirolesi). Si dedica anche intensamente alla scultura. Fa amicizia con la cantante Marya Neitzel con la quale, a dicembre va a Messina.
1927 – Soggiorno di 4 mesi in Sicilia.
1928 – Conosce Max Beckmann che gli dà importanti impulsi creativi. Esegue affreschi nella villa dell’industriale Mayer a Wismar (Meklemburg). Partecipa ad una mostra a Berlino. Torna in Sicilia.
1929 – Aderisce all’Unione artistica di Monaco “Juryfreie” con la quale, in seguito, esporrà regolarmente. Hess può essere considerato un eminente esponente dell’Unione accanto a Günther Grassmann, Adolf Hartmann e Josef Scharl. In estate soggiorno in Sicilia.
1930 – Esegue affreschi nello stabilimento termale di Bad Oeynhausen (Westfalia). Vendita di un quadro a Zurigo con la mediazione di Karl Hofer. Conosce in Svizzera la teologa e collaboratrice sociale Cecile Faesy che promuove la vendita delle sue opere. In estate soggiorno in Sicilia.
1931 – Nell’incendio del Glaspalast di Monaco (6 giugno) che distrugge tremila opere artistiche, finisce in cenere anche il trittico di Hess “Am Wasser”. Partecipa a mostre a Norimberga, Danzica e Königsberg.. Viaggi in estate con Adolf Hartmann in Sicilia e a dicembre con Josef Scharl a Roma.
1932 – Mostre a Monaco, Dusseldorf, Norimberga, Danzica e Lipsia. Distacco dalla Juryfreie.
1933 – Le restrizioni politiche imposte da Hitler alla libertà d’espressione inducono Hess a trasferirsi a Messina.
1934 – In agosto sposa a Messina Cecile Faesy con la quale parte per Lucerna. A Monaco la Juryfreie viene sciolta perché considerata “culturalmente bolscevica”.
1935 – A marzo Hess si trasferisce a Messina con la moglie la quale, però, nell’inverno dello stesso anno si separa da lui.
1938 – A maggio Hess va in Svizzera dove per lungo tempo trova accoglienza presso il giovane pittore ed editore d’arte Jurg Spiller. In ottobre ritorna a Monaco.
1939 – Richiamato al servizio militare e assegnato alle poste.
1940 – In gennaio ottiene l’iscrizione alla Camera della Cultura del Reich. In seguito ad una grave malattia polmonare viene ricoverato nell’ospedale di Schwabing e più tardi nel sanatorio di Planegg. Esonerato dal servizio militare Hess si trasferisce a dicembre da parenti ad Axams presso Innsbruck.
1941 – Abita in un albergo di Grinzens. Peggiorano le sue condizioni di salute.
1942 – Max Esterle, responsabile della Camera regionale delle Belle arti del Tirolo-Voralberg, gli assegna un atelier a Innsbruck. Gli viene commissionato un affresco per il Municipio di Zirl (non conservato). Partecipa alla 3. Mostra d’arte regionale a Innsbruck con una “Composizione mitologica”.
1943 – In questo periodo abita principalmente dalla sua cugina Paula Hess a Innsbruck.
1944 – Muore il 26 novembre nell’ospedale di Schwaz  per l’aggravarsi della tisi, avendo respirato la polvere delle macerie in cui era finito durante un bombardamento aereo su Innsbruck.

Bibliografia

Zweijahrbuch 1929/30 deutscher Künstlerverband die Juryfreien München, mit Beiträgen von H. Eckstein, O. M. Graf, W. Petzet und F. Roh, München 1930;
Christian Hess, Ausstellungskatalog, mit Beiträgen von D. M. Ardizzone, N. Cinquegrani, H. Eckstein und M. Venturoli, Palermo 1974;
Christian Hess, Ausstellungskatalog, bearbeitet von G. Ammann, Innsbruck 1976;
Österreichs Avantgarde 1900–1938. Ein unbekannter Aspekt, Ausstellungskatalog, bearbeitet von O. Oberhuber und P. Weibel, Wien-Innsbruck 1976;
Die Zwanziger Jahre in München, Ausstellungskatalog, herausgegeben von Ch. Stölzl, München 1979;
Abbild und Emotion. Österreichischer Realismus 1914–1944, Ausstellungskatalog, mit Beiträgen von W. Drechsler, G. Koller, O. Oberhuber, O. Sandner und M. Wagner, Wien-Bregenz 1984;
Expression – Sachlichkeit. Aspekte der Kunst der 20er und 30er Jahre Tirol-Südtirol-Trentino, Ausstellungskatalog, mit Beiträgen von G. Ammann, G. Belli, A. Hapkemeyer, S. Hirn, C. Kraus und P. L. Siena, Innsbruck-Trient-Bozen 1994/95;
C. Kraus, Zwischen den Zeiten. Malerei und Graphik in Tirol 1918–1945, Lana-Bozen 1999;
N. Cinquegrani, Pitture come poesie / Gemalte Gedichte. Colloquio immaginario con Christian Hess e i suoi personaggi, Messina 2003;
P. Naredi-Rainer / L. Madersbacher (Hrsg.), Kunst in Tirol, 2 Bände, Innsbruck 2007;
Im Spiegel der Wirklichkeit, Ausstellungskatalog, Einführung von M. Boeckl, Bruneck 2007;
Christian Hess, Ausstellungskatalog, bearbeitet von C. Kraus, Schwaz-Bozen 2008

Siti Internet

www.christian-hess.net
www.louis-christian-hess.com