Critica

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Un ricupero significativo

Pittura della libertà
La mostra itinerante di Christian Hess, artista fino ad oggi mal conosciuto, ci indica l’ansia di rinnovamento interiore di chi era oppresso dalla tirannide nazista

 
Sandra Orienti
 

Il Popolo -  mercoledì 19 febbraio 1975
 

La bella mostra allestita nelle sale del Goethe Institut - Deutsche Bibliotek e che,  secondo un programma itinerante, dopo aver visitato varie città italiane, da Padova a Genova, da Torino a Milano sarà proposta a Innsbruck, Vienna Zurigo e  Monaco di Baviera, ha il merito di riportare all’attenzione sulla scena dell’arte l’opera di un pittore, Christian Hess (Bolzano 1895 Innsbruck 1944) che fino ad oggi è stato mal conosciuto e non rappor-tato a quella particolare  temperie inquieta e contraddittoria degli anni europei fra le due guerre, tanto più balenante di contrasti drammatici nei Paesi centro-settentrionali, particolarmente in Germania. Inoltre, questa mostra riveste per noi un duplice interesse: e cioè sia per l’intrinseca qualità delle opere di Hess, sia per la circostanza significativa dei suoi ripetuti viaggi in Italia e soprattutto per i soggiorni a Messina presso la sorella, quando in una delle pause più serene di un’esistenza tormentata  e difficile dipinse quadri tra i più rilevanti dell’intero suo lavoro.

L’estrazione artistica e culturale di Hess ha naturalmente caratteri germanici, mantenuti anche nel corso di incisive e profonde ricognizioni culturali, in un rapporto costante di attrazione verso le radici originarie ma insieme di avversione per  la situazione  politica ed umana provocata dalla dittatura nazista. In tal modo, tutto l’arco della ricerca di Hess si colloca in una tensione di libertà che è esistenziale, ma è anche una crisi consapevolmente affrontata e vissuta da Hess, così come da altri artisti negli anni Trenta, nelle reiterate sollecitazioni del rappel à l’ordre.

Di fronte ai suoi dipinti è evidente, in ogni caso, la matrice espressionista: ma all’in- terno di essa il linguaggio pittorico di Hess fa esperienza di ampia declinazione, pur lasciando affiorare l’evidenza di ogni contributo. Vale a dire che sulla irrinunciabilità a quel riferimento primario ed essenziale  vengono ad incidere gli esempi degli ambienti monacensi  (nei quali rifluivano anche stimoli italiani desunti da Valori Plastici), la rimeditazione sul “periodo rosa” di Picasso, le suggestioni dei grandi cicli di affreschi italiani del passato, la ferma conclusione formale ripensata su un cèzannismo forse di seconda mano, ma non per questo meno attentamente indagato nella possibilità di apporti proficui. A tutto questo si aggiunga poi l’umore delle cose visibili assunto nella nostra terra, nella campagna toscana, a Roma e soprattutto a Messina: umore che viene afferrato e restituito con quell’intimo fervore che non tradisce mai l’intenso scambio con uomini, natura, cose, in un processo di verosimiglianza, ma colloca l’artista all’interno di una realtà di cui egli si appropria con intima felicità pittorica e, insieme, con intensa capacità di impaginazione compositiva, di sintesi plastica, di rapporto cromatico balzante.

Hess - "Pescatori nello Stretto di Messina"

Da tutto questo esce fuori una personalità che fa di una qualità, naturale e connaturata impegno appassionato e convinto di tutta l’esistenza e, di questa, unica, vera ragione: aperto e disponibile ad esperienze molteplici e tuttavia tra loro connesse fino alle ricerche di semplificazione astrattiva; e intanto legato alla responsabile conoscenza del dipingere e alla sua manualità, alla duttilità del “mestiere”, inteso nel senso più aderente ma anche più consapevolmente fedele, e che quindi in ogni prova (disegno, incisione, olio, affresco, e persino sculture e copie da opere famose) sa conservare, ed anzi, salvare, l’autenticità del suo contributo e l’animosità sempre desta del fare, la vigoria di un personale linguaggio e la sagacia inventiva. Ogni aspetto della personalità di Hess, ora a trent’anni dalla sua scomparsa, si rivela segnato dalla ricerca di una libertà che, pur dolorosamente e drammaticamente, più ancora che nell’esistenza egli potè trovare nell’arte.

                                                           Sandra Orienti